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Oggi sono soddisfatto

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Oggi sono soddisfatto di me.  Sono soddisfatto del modo in cui ho gestito una problematica di lavoro interna all'azienda, che vedeva coinvolti numerosi soggetti con ruoli apicali.  Dopo la telefonata di presentazione del "problema", sopraggiunta a fine giornata, che ha scatenato in me un'incontenibile arrabbiatura iniziale e sfogo immediato con l'interlocutore (che ammetto ha avuto la capacità di sopportare il mio sfogo e fornirmi comunque informazioni e consigli utili a chiarire i termini del problema e qualche possibile soluzione), mi sono preso il tempo per riflettere.  In primis ho individuato che la problematica presentava diversi aspetti da tenere separati: risultavano infatti in gioco valori che ritengo imprescindibili, rischiavano di essere incrinati rapporti professionali a cui tengo. Ho poi avuto consapevolezza di possedere le competenze tecniche per gestire la parte operativa della problematica.  La sera mi sono comunque addormentato con spirito bellico

Problem solving (risoluzione di un problema)

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  Sto seguendo un interessante corso sul tema del "Problem Solving". Ieri il docente, ing. dott. Andrea Benzo (uso due titoli non a caso, infatti il docente ha due lauree e sta preparand o la tesi per la terza!) ha affrontato alcuni temi in successione che proverò a riportarvi in estrema sintesi. Innanzitutto ci è stata presentata la  "Criticità di un problema"   secondo lo psicologo Martin Seligman , padre della  psicologia positiva  (una prospettiva teorica ed applicativa della  psicologia  che si occupa dello studio del  benessere  personale, costrutto al centro della  qualità della vita ) che ha teorizzato i tre elementi che caratterizzano un problema da noi valutato serio/insormontabile, ovvero il ritenerlo: personale  - pensare che ha attinenza con il nostro io, il nostro modo di essere; pervasivo -  consentire al problema di estendersi a più settori della nostra vita; permanete - quindi slegato da una durata temporale. In successione con "Cerchio di A

I periodi bui (post personale)

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Sono uno di Voi e come Voi ho attraversato periodi bui. Da adolescente ho provato il sentimento della solitudine. Superati i 40 anni ho attraversato un periodo di ristrettezze economiche. Nel periodo post pandemia mi sono disallineato dal pensiero dominate e quindi mi sono sentito escluso. Sono stati periodi difficili, durante i quali ho comunque trovato la forza interiore per non arrendermi. Nell'adolescenza ho trovato un sistema per crearmi un gruppo di amici. Nel periodo di crisi economica ho intensificato le letture di libri sulla crescita personale. Ho vissuto le restrizioni post pandemia come un momento di riflessione su ingiustizie ben più gravi che hanno cauterizzato la storia umana. Sto attraversando un momento di serenità che ritengo di poter apprezzare al meglio proprio per i periodi bui che ho attraversato. Ciò nonostante sono alla continua ricerca di migliorarmi e mi sembra di arrivare ad obiettivi e risultati con 10 anni di ritardo. Vorrà dire che dovrò vivere 10 anni

È urgente, no è prioritario

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Alla fine siamo semplicemente dei periti assicurativi, non siamo dei chirurghi che salvano vite umane. Messo in chiaro il punto di partenza, ritengo che l'abuso del termine URGENTE in mail e messaggio vari debba essere arginato. Personalmente preferisco scrivere PRIORITARIO e gradirei ricevere messaggio contenenti il medesimo aggettivo.  Prioritario: che ha la priorità, che deve avere la priorità, cioè la precedenza, in quanto più importante, più valido, più significativo. Questa sera era per me prioritario comunicarVi questa cosa.  Massimo

I tre "assiomi" del perito

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Nell logica matematica, con assiomi si vuole indicare un sistema formale di proprietà che costituiscono una definizione implicita dell’ente o dell’espressione cui si riferiscono, a prescindere quindi dalla loro evidenza, dal momento che non hanno la pretesa di essere verità assolutamente valide. Per il perito i tre “assiomi” ovvero le tre attività nel quale si articola la sua professione sono:         il sopralluogo;         la definizione;         la scrittura. L’esistenza di tre attività non sovrapponibili implica che debbano essere eseguite l’una dopo l’altra, possibilmente aggregando e svolgendo la medesima attività per più sinistri, al fine di ottimizzare il proprio tempo e minimizzare l’impatto economico (ad esempio gli spostamenti fisici). Le pressioni provenienti dall’esterno vorrebbero che il perito svolgesse le tre azioni in sequenza, immaginando che egli gestisca un solo sinistro alla volta. In linea generale si riesce ad essere performanti su una, massimo due

Il copywriting del perito assicurativo

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Il copywriting è una tipologia di scrittura atta a vendere. Il perito non è un venditore, bensì un tecnico, tuttavia, deve saper comunicare in forma scritta l’attività svolta, deve saper descrivere i luoghi, spiegare l’accaduto, riepilogare e riassumere i passaggi del contratto di polizza interessati al sinistro. Quindi l'utilizzo di alcune delle tecniche e delle strategie utilizzate dai copywriter potrebbe essere utile nella stesura di un elaborato peritale. Ecco un elenco di punti ispirati dalla visione del video sopra allegato. UNO: utilizzare frasi brevi, quello che il perito scrive deve essere di facile lettura. DUE: l’obbiettivo di ogni frase è invogliare il lettore a proseguire nella lettura o per lo meno non rendergli la lettura un incubo! Nelle relazioni articolate si possono inserire anticipazioni per invogliarlo a proseguire nella lettura. TRE: usare titoli dei paragrafi, per chiarire a colpo d’occhio al lettore il contenuto del paragrafo. QUATTRO: evitare paro

Sono un Perito Assicurativo "figlio della globalizzazione"

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  Nell’anno 2001, quando sono entrato nel mondo dei periti assicurativi, il territorio era popolato da numerosi studi di medio-piccole dimensioni.  I periti si definivano (e venivano definiti dalle Compagnie) “fiduciari”.   Si trattava di tecnici che, a volte in modo casuale, avevano approcciato il mondo delle perizie e si erano specializzati nell’estimo assicurativo per poi abbandonando le altre attività e dedicarsi a tempo pieno all’attività peritale. Costituivano una nicchia di professionisti che riusciva a gestire incarichi provenienti da più Compagnie. Il numero di sinistri gestiti complessivamente era certo più ridotto degli attuali, in quanto le polizze non prevedevano tutte le garanzie oggi prestate. Tuttavia i tempi stavano per cambiare ed i periti avevano percepito la rivoluzione, tra loro circolava il temine globalizzazione , ovvero l’evento che avrebbe cambiato il mondo peritale costringendoli ad uscire dalla zona di confort (come si direbbe oggi).  Ai tempi era comune la